E’ SOS nella campagne bergamasche, dove a causa della siccità si prospetta una drastica riduzione delle rese dall’orzo al frumento, dai foraggi al mais. È l’allarme lanciato da Coldiretti Bergamo mentre con l’arrivo di Scipione, l’anticiclone subtropicale che nei prossimi giorni farà impennare i termometri, la situazione diventerà ancora più difficile.
Coldiretti Bergamo sottolinea che nei campi manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni, in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate.
I gestori dei principali invasi idroelettrici, in un incontro con l’assessore regionale Sertori, si sono detti disponibili a sostenere le portate dei fiumi, ma finora si è mosso poco o nulla, sottolinea Coldiretti Bergamo.
“Il momento è complesso e difficile su più fronti – afferma Brivio-, ma bisogna agire subito mettendo in pratica tutto quello che si può fare. Stiamo vivendo uno dei periodi più siccitosi di sempre, in questo momento serve chiarezza e un’azione coordinata anche con i Consorzi di Bonifica”.
Il raccolto dell’orzo ha già fatto segnare un meno 30% e diverse produzioni in campo sono già in parte compromesse – spiega Coldiretti Bergamo –. Ci sono alcuni agricoltori che non sono ancora riusciti a terminare il primo turno di irrigazione a causa della scarsità idrica.
“Se manca l’acqua – continua Brivio - non è possibile garantire la produzione di cibo Made in Italy sulle tavole dei cittadini in un momento peraltro difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa con aumenti di prezzi degli alimentari che hanno raggiunto a maggio il +7,1%”.
La siccità – spiega Coldiretti Bergamo – è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana e ha già determinato danni per oltre un miliardo a livello nazionale a seguito del calo delle produzioni agricole. Ad essere colpito dalla siccità è infatti l’intero territorio dell’Italia, ma particolarmente grave è la situazione nella pianura padana dove per la mancanza di acqua è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che caratterizzano la food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.