20 Febbraio 2013
Le informazioni in etichetta, una scelta di trasparenza e civiltà

La vicenda della carne di cavallo contenuta in diversi alimenti confezionati e non dichiarata tra gli ingredienti riporta alla ribalta l’importanza di una battaglia fortemente sostenuta da Coldiretti: la necessità di dotare tutti gli alimenti di informazioni chiare e facilmente leggibili, soprattutto per quanto riguarda l’origine delle materie prime, affinché il consumatore abbia la possibilità di fare acquisti consapevoli e ogni volta che scoppia uno scandalo alimentare il mondo agricolo non debba subire pesanti e troppe volte ingiustificate ripercussioni.
La paura generalizzata e l’impossibilità di riconoscere con precisione cosa si mette nel piatto ha in diverse occasioni determinato il crollo dei consumi e messo in evidenza quanto siano indifesi chi consuma e chi produce.
Negli ultimi anni si è verificata una vera e propria escalation degli scandali alimentari. L’emergenza mucca pazza del 2001 è quella che ha più segnato la filiera alimentare seguita dal 2003 dall’allarme aviaria. Nel 2008 è stata invece la volta della carne alla diossina, a seguito della contaminazione nei mangimi, e del latte alla melamina in Cina. Due anni più tardi, nel 2010, è arrivata la mozzarella blu a spaventare i consumatori mentre nell’estate del 2011 è comparso il batterio killer, che fece salire ingiustamente i cetrioli sul banco degli imputati. 
Oggi ci troviamo a fare i conti con la carne di cavallo spacciata come carne di manzo. E la paura, di nuovo, dilaga.  In Italia lo scambio di carni all’insaputa dei consumatori è vietato dal decreto legislativo 109 del 1962 che obbliga ad indicare in etichetta la specie animale da cui proviene la carne utilizzata come ingrediente, ma lo scandalo ripropone l’esigenza di una accelerazione nell’entrata in vigore di una legislazione più trasparente sulla etichettatura della carne e degli altri alimenti a livello comunitario. Attualmente, ad esempio, nell’Unione Europea è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza della carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza, ma non quella della carne di maiale o di coniglio e cavallo. L’etichetta di origine rappresenta una garanzia di informazione per i consumatori, ma grazie alla tracciabilità anche una protezione nei confronti di frodi e truffe che si moltiplicano nel tempo della crisi in cui si registra il ritorno di reati come l’abigeato e la macellazione clandestina.
 L'Italia, con un provvedimento nazionale che ha reso obbligatorio indicare l'origine in etichetta anche per la carne di pollo, il latte fresco e la passata di pomodoro  è in anticipo sull' Europa dove si procede con estrema lentezza. Il Regolamento (Ue) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori approvato nel novembre 2011 dopo 46 mesi entrerà in vigore il 13 dicembre 2014 per l’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle carni suine, ovine, caprine e dei volatili mentre per le carni diverse come quella di coniglio e per il latte e formaggi tale data rappresenta solo una scadenza per la presentazione di uno studio di fattibilità. Si tratta di un arco di tempo intollerabile rispetto alle esigenze delle imprese agricole e dei consumatori che negli ultimi anni hanno dovuto affrontare gravi emergenze alimentari con pesanti conseguenze in termini economici e soprattutto di vite umane.
La globalizzazione dei mercatisottolinea la Coldiretti bergamascanon è stata accompagnata da quella della politica e questo ha determinato un deficit di responsabilità, di onestà e di trasparenza che ha portato a considerare il cibo come una merce qualsiasi, come fosse un aspirapolvere o un frigorifero, con effetti che rischiano di provocare una rincorsa al ribasso con effetti drammatici. Soprattutto in un momento di crisi in cui molti sono costretti a risparmiare sull’alimentazione è indispensabile garantire trasparenza ai cittadini consumatori e metterli nella condizione di conoscere ciò che portano in tavola”.

     L'ETICHETTA CON L'ORIGINE SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI
Cibi con l'indicazione di provenienza                                E quelli senza

Carne di pollo e derivati                                                    Pasta
Carne bovina                                                                 Carne di maiale e salumi
Frutta e verdura fresche                                                  Carne di coniglio e cavallo
Uova                                                                            Frutta e verdura trasformata
Miele                                                                            Derivati del pomodoro diversi da passata
Passata di pomodoro                                                        Formaggi
Latte fresco                                                                   Derivati dei cereali (pane, pasta)
Pesce                                                                           Carne di pecora, agnello
Extravergine di oliva                                                         Latte a lunga conservazione
Fonte: Elaborazioni Coldiretti

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