22 Marzo 2022
Laghi e fiumi a secco, per l’agricoltura bergamasca è sempre più allarme siccità

Il fiume Po è in secca ad un livello idrometrico addirittura più basso che ad agosto per effetto della lunga assenza di precipitazioni con l’allarme siccità al nord proprio all’inizio della primavera quando le coltivazioni hanno bisogno di acqua per crescere. In Lombardia sono caduti solo 65 millimetri di pioggia durante l’ultimo inverno appena concluso, l’82% in meno rispetto all’anno precedente. (Analisi Coldiretti Lombardia su dati ARPA Lombardia relativi all’inverno meteorologico, da dicembre a febbraio) E’ l’allarme lanciato dal presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio, in occasione della giornata mondiale dell’acqua dopo un inverno che ha lasciato l’Itali a con 1/3 in meno di pioggia ma con precipitazioni praticamente dimezzate al nord. Anomalie si vedono anche nei laghi del territorio, con il riempimento del lago d'Iseo pari al 7,1%. Lo stesso vale per i fiumi, che rispetto alla media del periodo 2006 - 2020, presentano riserve idriche notevolmente ridotte: il Brembo -77%, il Serio -71%, l’Oglio – 66%.

Questa situazione è la conferma dei cambiamenti climatici in atto che hanno modificato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti.

Nei campi – commenta Brivio – le colture autunno vernine, come orzo, loietto e frumento, per la mancanza di acqua rischiano di avere problemi durante la fase di accrescimento. C’è molta preoccupazione anche per quanto riguarda lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso dove sarà possibile. Dall’altra parte nei prossimi giorni partiranno le lavorazioni per la semina del mais e della soia, ma con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche.

“In questo scenario – prosegue Brivio -  vanno rivisti i termini per l’applicazione del deflusso ecologico che si vuole introdurre in Lombardia. Pensato per raggiungere obiettivi ambientali stabiliti nelle direttive europee, così come è stato definito non tiene in dovuta considerazione i cambiamenti climatici, con gli effetti della tendenza alla tropicalizzazione che si stanno verificando sui nostri territori”.

Coldiretti Bergamo evidenzia che se il deflusso ecologico venisse applicato senza gli opportuni aggiustamenti rischierebbe di compromettere il regolare lavoro nelle campagne con conseguenze negative sia sulla produzione di cibo sia sugli stessi risultati che si prefigge di ottenere. Nei campi, infatti, l’acqua viene in parte utilizzata per le colture agricole per poi essere restituita alle falde, preservando così la salute dei terreni. Senza considerare che la presenza della risorsa idrica nella rete di fossi e canali di cui la Lombardia è ricca contribuisce al mantenimento di habitat ecologici custodi di biodiversità.

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