3 Giugno 2013
La Brebemi vista “da terra”

Il presidente della Coldiretti bergamasca, Alberto Brivio, interviene in merito alle affermazioni sulla Brebemi rilasciate dall’assessore provinciale Silvia Lanzani e del presidente di Brebemi Francesco Bettoni e apparse ieri sulla stampa.

“Non sono affatto stupito dalle considerazioni espresse dall’assessore Silvia Lanzani e dal presidente di Brebemi Francesco Bettoni, se non altro per la provenienza delle stesse. Pur non affrontando la questione dell’utilità o meno di alcuni grandi infrastrutture, che evidentemente necessita di una pluralità di punti di vista, ribadisco invece, con la forza dei numeri e dei disagi arrecati, quanto sia devastante l’impatto che queste opere ha e avrà sull’agricoltura bergamasca.
Oltre 100 aziende agricole espropriate, sei milioni di metri quadrati (pari a oltre mille campi da calcio) occupati da Brebemi, Tav, opere di compensazione (tangenziali e raccordi vari) e aree intercluse tra le due opere sottratte all’utilizzo agricolo delle quali ancora non è certo chi debba farsene carico, aziende agricole isolate dai loro terreni, canali irrigui interrotti e non  ancora ripristinati, fontanili prosciugati, inquinamento acustico non riconosciuto per le aziende agricole con conseguente diniego alla richiesta di installazione delle barriere fonoassorbenti a  tutela del benessere di agricoltori ed animali, per citare solo alcune delle problematiche agricole ed ambientali che tali opere hanno determinato.
Il prevedibile nuovo insediamento o trasferimento da altre aree (con conseguente spopolamento demografico ed economico) di strutture produttive e logistiche alla ricerca esclusiva di presunte economie nei trasporti determineranno intorno a queste opere un’ulteriore perdita di terreno agricolo.
Se alle suddette “criticità” vogliamo aggiungere che per oltre il 90% delle aziende agricole investite in special modo da Brebemi, di cui tanto si sbandiera l’avanzamento dei lavori, ancora non si è giunti al decreto finale di esproprio con relativo saldo degli indennizzi dovuti agli agricoltori che dal 2009 su quei terreni continuano a pagare tasse e contribuenze varie l’impatto per gli agricoltori diventa ancor più pesante non solo in termini agronomici e ambientali, ma anche economici.
Dispiace che certe affermazioni giungano dopo “una visione dall’alto” e quindi in ogni senso da una certa distanza da queste opere, contrariamente a quanto è costretto il mondo agricolo, che non disponendo di ultraleggeri le subisce molto più direttamente “da terra”.
Dispiace ancor più che giungano da parte dell’assessore Lanzani, che non mi risulta abbia mai visitato un’azienda agricola investita da Brebemi, destando al tempo stesso sconcerto vista la delega ricevuta in ambito provinciale per EXPO 2015  il cui tema è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Altrettanto per quanto riguarda  Francesco Bettoni, presiedente oltre che di Brebemi anche di Confagricoltura Brescia, la cui presa di posizione traccia così un solco distintivo tra l’idea di sfruttamento del territorio, bagaglio di una certa politica e rappresentanza agricola,  rispetto ai principi che da tempo Coldiretti cerca di difendere.
Certo è che in questa occasione, limitatamente alle conseguenze sulla realtà agricola, non posso far altro che constatare, viste anche le partecipazioni di enti, società e istituzioni, come a determinare la bontà di un’opera senza valutarne l’evidente prezzo in termini ambientali, economici, sociali e di qualità della vita, sia puramente una questione di quote e non solo altimetriche”.

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