sinonimo di eccellenza e qualità frutto dell’abilità e della professionalità degli operatori agricoli. Così Coldiretti Bergamo commenta la categorica smentita della notizia che era circolata nei giorni scorsi circa il sequestro di allevamenti della valle orobica che, secondo indiscrezioni che si sono poi rivelate infondate, erano stati indicati come colpevoli di aver utilizzato farmici illegali per aumentare la produzione dei latte.
Screditare una realtà produttiva di primo piano come quella della Valle Brembana - sottolinea Coldiretti Bergamo – vuol dire distruggere un patrimonio costruito nel corso degli anni con enormi sacrifici, con danni ingenti non solo per le aziende agricole direttamente coinvolte, ma anche per tutto il territorio e il settore agroalimentare bergamasco.
La scoperta di situazioni illegali – aggiunge Coldiretti Bergamo - è la conferma dell’efficienza dei controlli che ogni giorno vengono effettuati nell’interesse dei consumatori e degli stessi produttori. Prima che un litro di latte raggiunga le tavole dei consumatori o prima di essere usato per fare formaggi, viene sottoposto a decine di verifiche e analisi proprio per garantire l’alta qualità del nostro agroalimentare. Non c’è nessun altro Paese al mondo che tutale, come giustamente facciamo noi, la sicurezza delle produzioni. In Valle Brembana ogni giorno vengono prodotti eccellenze come il Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana, lo Strachitunt, il Taleggio, il Branzi e l’Agrì, per citarne alcuni tra i più tradizionali e conosciuti, che non possono essere messi a rischio con leggerezza”.
che la zootecnia da latte e la rinomata tradizione casearia bergamasca sono settori fondamentali per il “Made in Bergamo” agroalimentare, che non può e non deve essere messo a rischio da chi adotta pratiche illecite. “Servono però maggiori cautele - conclude Coldiretti Bergamo – anche nel diffondere notizie non verificate, perché basta poco per far crollare un sistema virtuoso che, nonostante il momento di generale difficoltà economica, continua ad essere un fiore all’occhiello e un volano di sviluppo per un territorio fragile come quello montano nonché uno strategico fattore di salvaguardia ambientale