7 Gennaio 2011
Contro l’emergenza diossina subito etichetta di origine per tutti i prodotti

L’emergenza diossina scoppiata in Germania rende più che mai urgente la necessità di estendere l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta per tutti i prodotti, così come già avviene per le uova”. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Bergamo Giancarlo Colombi, sottolineando la necessità di arrivare al più presto all’approvazione del disegno di legge che dovrà essere discusso alla Camera per l’ok definitivo dopo il consenso raccolto da tutti i gruppi parlamentari al Senato.

Attualmente - precisa Colombi - in Italia l'obbligo di indicare la provenienza è in vigore per carne bovina (dopo l’emergenza mucca pazza), pollo (dopo l’emergenza aviaria), ortofrutta fresca, uova, miele, latte fresco,  passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l’etichetta è anonima per circa la metà della spesa dalla pasta ai succhi di frutta, dal latte a lunga conservazione ai formaggi, dalla carne di maiale ai salumi. Per avere maggiori certezze su questi prodotti e’ importante comperare direttamente dai produttori agricoli e acquistare l’ampia gamma di formaggi e salumi Made in Italy a denominazione di origine protetta (Dop) che garantiscono l’origine nazionale della materia prima impiegati. La nostra provincia offre una vasta gamma di queste produzioni di qualità”.  
 
La Coldiretti evidenzia che il nostro Paese è un forte importatore dalla Germania, che è il principale fornitore di latte e derivati dell’Italia con quasi 41 milioni di quintali all’anno in equivalente latte (latte, latticini e formaggi), ma che esporta nella penisola anche grandi quantità di maiale (220 milioni di chili di carne e 3,7 milioni di chili di maiali vivi da macellare in Italia nei primi nove mesi del 2010) e marginalmente di uova  (2,7 milioni di chili di uova, (in guscio,fresche, conservate o cotte nello stesso periodo).
 
L’importante e tempestiva azione messa in atto dal Ministero della Salute, grazie alla presenza in Italia del sistema di controlli più capillare in Europa, deve essere accompagnata da interventi strutturali come l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta che ne consenta di aumentare l’efficacia a garanzia dei produttori italiani e dei consumatori. Con l’approvazione del provvedimento sull’obbligo di etichettatura da parte del parlamento l’Italia ha inoltre l’opportunità di svolgere una azione di leadership in Europa nella tutela della qualità e della sicurezza dei consumatori

 
Occorre intervenire – spiega Colombi - per non rincorrere le emergenze in un Paese come l’Italia che è forte importatore e dove due fette di prosciutto su tre vendute come italiane che sono provenienti da maiali allevati all'estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro  sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere ma chi acquista non può saperlo perché non è sempre obbligatorio indicarlo in etichetta. E’ anche importante valorizzare adeguatamente le nostre produzioni per dare un futuro alle nostre imprese agricole ed evitare il rischio di diventare totalmente dipendenti dagli altri Paesi per quanto riguarda l’approvvigionamento di cibo”. 
 

L’etichettatura per le uova
                                                  
Dal primo gennaio 2004 è in vigore per le uova un sistema di etichettatura obbligatorio che consente di distinguere tra l'altro la provenienza e il metodo di allevamento particolarmente importante poiché, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, nei primi dieci mesi del 2010 sono state importate dalla Germania 2,7 milioni di chili di uova, (in guscio,fresche, conservate o cotte), con un aumento del 12 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009. Sulle uova è stato introdotto a livello comunitario un codice che con il primo numero consente di risalire al tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all'aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), la seconda sigla indica lo Stato in cui è stato deposto (es. IT), seguono le indicazioni relative al codice ISTAT del Comune, alla sigla della Provincia e infine il codice distintivo dell'allevatore.

 

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