Si è tenuto presso la Fiera di Treviglio il Focus sulla Filiera Latte promosso da Coldiretti Bergamo, un momento di confronto tra allevatori ed esperti del settore per analizzare le prospettive del comparto e delineare le strategie future.
All’incontro sono intervenuti Giorgio Apostoli, responsabile nazionale della zootecnia Coldiretti, Mauro Belloli, responsabile economico di Coldiretti Lombardia, Gabriele Borella, presidente di Coldiretti Bergamo ed Erminia Comencini, direttore di Coldiretti Bergamo,
Nel suo intervento, Mauro Belloli ha offerto un’analisi dettagliata dell’andamento del settore, evidenziando come la filiera casearia italiana sia cresciuta nel tempo. Si è quindi concentrato in particolare sul reddito delle imprese e sulle prospettive del prezzo del latte.
Per quanto riguarda la produzione di latte, ha ricordato che la filiera lattiero casearia riveste un ruolo di primaria importanza nel sistema agroalimentare nazionale. La produzione di latte bovino, attestandosi a oltre 7,1 miliardi di euro (+9,7% rispetto al 2023), rappresenta oltre il 10% del valore generato dall’agricoltura nel suo complesso. In Lombardia si produce il 46% del latte italiano (la produzione bergamasca rappresenta l’8% di quella lombarda), quindi parlare di latte vuol dire parlare di una parte importante dell’economi agricola regionale.
Dopo avere illustrato con una serie di grafici l’andamento delle principali produzioni casearie che hanno una forte influenza sul mercato del latte, ha evidenziato che, nonostante una lieve flessione, i formaggi italiani – dal Grana Padano al Gorgonzola – mantengono una buona valorizzazione. Tuttavia la situazione dei mercati esteri e di quello nazionale sta suscitano alcune preoccupazioni per quelle che potranno essere le evoluzioni future del prezzo del latte corrisposto ai produttori.
In molti Paesi Ue infatti è aumentata la produzione di latte, un trend che si rileva anche in Italia. Nel periodo che va dal 2014 al 2024 la produzione di latte in Germania è aumentata del 2,6% (+820 mila tonnellate), del 9,5% in Olanda (+1,2 M di tonnellate) e del 18, 9% in Italia (+ 2,1 M di Tonnellate). Questa espansione potrebbe determinare effetti di flessione sul mercato del latte, una tendenza già rilevabile nelle quotazioni del latte spot.
Parlando di redditività delle aziende agricole, Belloli ha sottolineato l’impatto pesante dei costi di produzione e delle condizioni climatiche locali. Ha ricordato come nel 2022 fosse lievitato il costo dell’energia elettrica e come dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina l’urea avesse raggiunto prezzi esorbitanti.
Giorgio Apostoli, responsabile nazionale della zootecnia di Coldiretti, ha invece posto l’accento sull’importanza del principio dell’equa correlazione, grazie al quale ci deve essere la garanzia di un rapporto equo tra il prezzo del latte e quello del Grana Padano,
“È un punto fermo – ha spiegato – perché assicura che il valore riconosciuto al prodotto finito si rifletta anche su chi il latte lo produce.”
Apostoli ha inoltre annunciato l’apertura di un tavolo di confronto con l’industria, già accettato dal ministro competente, per tutelare la sostenibilità economica delle stalle italiane, anche in vista dell’aumento della produzione tedesca che potrebbe comprimere i prezzi corrisposti ai produttori italiani.
Il suo intervento ha toccato anche le criticità imposte dalle politiche europee, tra cui i costi crescenti legati alla sostenibilità, le nuove regole sul trasporto animale e le sfide derivanti da temi come carne coltivata, emissioni industriali e benessere animale.
“Le nostre imprese – ha sottolineato – stanno sostenendo costi triplicati. Servono regole giuste e uniformi, non penalizzazioni ideologiche.”
Apostoli ha infine affrontato il tema del “Beef on Dairy”, spiegando che la riduzione dell’import di vitelli francesi sta creando squilibri di prezzo e difficoltà per gli allevamenti italiani che acquistano i vitelli oltralpe .
In risposta a questa criticità, il progetto nazionale “Coltiva Italia” prevede incentivi per l’allevamento di manze da carne e per la produzione di vitelli incroci, con l’obiettivo di rafforzare l’autosufficienza e valorizzare la filiera zootecnica italiana.
La direttrice Erminia Comencini ha evidenziato il ruolo attivo di Coldiretti Bergamo nel supporto agli allevatori, sia nella determinazione del prezzo tramite deleghe, sia nella lotta contro le pratiche sleali. Ha inoltre ribadito che il settore, pur sotto pressione, ha le risorse per reggere, a patto di mantenere un dialogo costante tra le parti.
Nel suo intervento conclusivo, il presidente Gabriele Borella ha richiamato l’attenzione sulla necessità di investimenti mirati, in particolare in biosicurezza e innovazione, ma anche sulla forza del gruppo: “Le sfide non mancano – ha affermato – ma solo condividendo dati, informazioni e strategie possiamo ottenere i risultati migliori e contrastare comportamenti scorretti. L’unione è la nostra forza più grande.”
L’incontro di Treviglio ha confermato il ruolo di Coldiretti come interlocutore centrale nella difesa e valorizzazione della filiera lattiero-casearia, impegnata quotidianamente per garantire redditività, trasparenza e sostenibilità agli allevatori, in un contesto europeo in continua evoluzione.