13 Febbraio 2014
Brebemi, è ancora aperto il conto con gli agricoltori

Nonostante le siano stati attribuiti  prestigiosi riconoscimenti, Coldiretti Bergamo continua a denunciarne l’assoluta mancanza di correttezza per il mancato rispetto degli impegni verso le imprese agricole cui ha sottratto terreni o distrutto fabbricati.
Brebemi infatti viene considerata un “modello per l’Europa” ma a distanza di 5 anni dall’inizio dei lavori deve ancora circa 2,5 milioni di euro agli agricoltori per espropri e asservimenti.
Dei 140 accordi bonari stipulati da parte di oltre 100 aziende nostre associate spiega il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio - tra proprietari e affittuari sono poco più di 15 gli imprenditori che devono ancora ricevere parte dell’anticipo e  sono ben 70 quelli che devono ancora ricevere il saldo. Complessivamente Brebemi deve ancora per gli espropri 2 milioni di euro”.
Ma l’elenco delle inadempienze è ben più corposo.
La situazione è tutt’altro che rosea anche per quanto riguarda gli asservimenti e le occupazioni temporanee, cioè le aree interessate dalle imposizioni di servitù come canali, tubi, ecc. o le aree occupate in modo provvisorio dai cantieri  – prosegue Brivio -; per queste voci infatti Brebemi deve ancora versare  più di 410 mila euro, vale a dire oltre il 40% del totale dovuto”.
Inoltre sono ancora fermi al palo i decreti di esproprio riferiti alla totalità della superficie di terreno espropriata alle oltre 100 aziende che fanno riferimento a Coldiretti Bergamo, vale a dire 650.000 mq. Questo significa che tutta l’area su cui sono state costruite l’autostrada e le opere connesse fiscalmente risultano ancora di proprietà degli agricoltori, che pur non potendola più coltivare perché già coperta da colate di cemento o asfaltate, devono ancora farsi carico delle tasse che la riguardano, come IMU, IRPEF e Bonifica.
Ed è ancora tutto da definire anche per quanto riguarda le aree interposte, cioè le aree racchiuse tra i tracciati della Brebemi e della Tav, una fascia di terreno non più produttiva, di fatto sequestrata, perché irraggiungibile. La superficie di questa area è di circa 600.000 mq e rappresenta un valore di oltre 10 milioni di euro. Per il momento è ancora in carico agli agricoltori che, pur non potendola più coltivare, sono costretti a pagarne le imposte.
A questo punto è evidente che più di un interrogativo me lo pongo sul project financing conclude Briviosono quindi necessarie risposte urgenti, visto che le aziende agricole hanno ad oggi evidenti difficoltà a considerare questa infrastruttura un esempio virtuoso. Pur avendoci per primi creduto, mettendo a disposizione le nostre case e i nostri terreni, anche con la stipula degli accordi bonari, uno strumento definito efficace sul piano finanziario quanto rapido nei tempi e burocraticamente snello, riconosciamo con rammarico di essere considerati tra gli ultimi”.

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