9 Novembre 2012
Bilancio annata agraria: è crisi ma si continua ad assumere e a crescere

La forte compressione della redditività delle aziende agricole e la sensibile attenzione all’innovazione e alla diversificazione sono gli aspetti che maggiormente caratterizzano, nel bene e nel male, l’annata agraria 2011-2012.  Da un lato è stata confermata la difficoltà del settore, dall’altro è stata messa in evidenza l’estrema dinamicità degli imprenditori. Pur nell’incertezza determinata dalla pesante congiuntura economica generale e dai suoi problemi specifici, l’agricoltura bergamasca ha cercato di tenere testa alla crisi, mettendo in campo progettualità e creatività.
Questo risultato è la conferma del fatto che l’Italia e il suo futuro sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia, imboccando intelligentemente la strada di un nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai suoi punti di forza che sono il nostro territorio, la creatività e l’innovazione nella tradizione che sono elementi non delocalizzabili.”. E’ il primo commento del presidente della Coldiretti di Bergamo Alberto Brivio al bilancio stilato dall’ufficio tecnico-economico della Federazione in occasione della ricorrenza di San Martino che chiude tradizionalmente l’annata agraria.
Le prime analisiprosegue Brivioindicano che non è stata certamente un’annata facile. Si sono fatti sentire gli effetti delle anomalie climatiche, soprattutto della siccità, il forte aumento dei costi di produzione praticamente in tutti i settori, la scarsa remunerazione delle produzioni agricole e la contrazione dei consumi per effetto della recessione economica in cui si trova il nostro Paese. Anche le difficoltà di accesso al credito hanno imbrigliato  lo sviluppo di molte aziende”.
Per i comparti tradizionali le difficoltà continuano ad essere numerose. Criticità si rilevano negli allevamenti dei bovini da carne e dei suini. Nel settore lattiero caseario la situazione è drammatica. La mancanza di un prezzo di riferimento, (l’ultimo accordo è scaduto a settembre) sta determinando grande incertezza nei produttori, che devono affrontare un forte aumento dei costi di produzione. Il prezzo medio pagato agli allevatori dall’industria casearia italiana è stato di 38.75 centesimi di euro al litro, ben al di sotto dei costi di produzione alla stalla. Proprio in questi giorni è saltata la trattativa con la parte industriale  che ha rifiutato ogni tipo di accordo o di mediazione per modificare al rialzo il prezzo pagato fino a oggi.
Sull’agricoltura bergamascasostiene Briviopende anche la spada di Damocle dell’incognita legata all’applicazione di alcuni provvedimenti come la direttiva nitrati, le norme sul benessere animale e sulle emissioni in atmosfera. E’ tangibile anche il rammarico per la mancata applicazione della normativa sull’etichettatura e quindi per l’impossibilità di  poter valorizzare la distintività delle produzioni made in Bergamo”.
Complessivamente sono diminuite le superfici investite a mais da granella, orzo e frumento, mentre sono aumentate quelle coltivate a silomais. L’orticoltura è stabile mentre il florovivaismo vive una situazione di chiaroscuro. E’ positivo l’andamento del settore vitivinicolo.
Un altro aspetto che ci preoccupa moltoafferma il direttore della Coldiretti bergamasca Gianfranco Drigo - è la pesante e progressiva cementificazione del suolo. Nel panorama lombardo il maggior consumo di superficie agricola si è verificato in provincia di Bergamo, un’erosione che negli ultimi 10 anni è arrivata alla soglia del 24%. Di questo passo, tra un po’, non ci sarà più alcun bilancio da fare per il settore agricolo”.
Alcuni segnali incoraggianti arrivano dall’agricoltura multifunzionale, con andamenti positivi per l’agriturismo e l’attività di vendita diretta.
E’ proprio da questi comparticontinua Drigoche arriva una chiara dimostrazione del ruolo che può svolgere l’agricoltura per la ripresa del Paese in termini economici ed occupazionali, soprattutto per le giovani generazioni. Tra le ultime esperienze innovative messe in campo dalle imprese agricole bergamasche figurano ad esempio l’agricampeggio, i prodotti caseari per celiaci, l’agriturismo con il centro benessere, l’agripizza, la coltivazione dello zafferano e l’adozione degli alberi da frutto”
La presenza di 89 nuove aziende agricole in più rispetto all’ultimo anno e l’aumento delle assunzioni testimoniano che la crescente attenzione alla qualità dell’alimentazione e un ruolo sempre più centrale del comparto agricolo ha favorito la nascita di nuove ed importanti opportunità occupazionali. Una tendenza questa dovuta anche alla sempre più rilevante presenza di imprenditrici nel settore, che si distinguono per la capacità di permeare la propria esperienza imprenditoriale con creatività e innovazione. Il 23% dei titolari delle aziende agricole bergamasche è infatti rappresentato da donne. L’agricoltura “rosa” ha toni più intensi nelle zone montane, dove le titolari donne sono il 25 %.
E’ nella nostra capacità di trasferire nei nostri prodotti e nei nostri servizi il valore materiale e immateriale della distintività italianaconclude Drigo - che troveremo la forza e l’autorevolezza per riconquistare la giusta capacità competitiva, anche nella dimensione globale”.

Le Fattorie Didattiche in provincia di Bergamo

LE FATTORIE DIDATTICHE BERGAMASCHE

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