17 Luglio 2025
17/07/2025 – Benessere animale: la stalla hi-tech della famiglia Bini punta alla genomica

Bovine più resistenti e produttive, grazie al parametro di tolleranza al calore di Anafibj

L’acronimo scientifico è “HT” e indica il parametro genetico di tolleranza al calore. È una delle nuove frontiere della ricerca genetica nel settore delle bovine da latte messa a punto da Anafibj (l’Associazione nazionale degli allevatori di razza Frisona italiana, Bruna e Jersey), con riferimento appunto al benessere animale e alla capacità degli animali di resistere meglio alle ondate di calore e alle anomalie alle quali i cambiamenti climatici ci hanno abituato. L’indice è stato introdotto nell’allevamento “Cascina Bini” ad Acquanegra sul Chiese, una realtà con 200 bovine in lattazione e 120 ettari coltivati a mais, erba medica, frumento da foraggio e da insilato, prato stabile condotta da Nicola (41 anni), Filippo (32) e Andrea Bini (43) insieme ai genitori Gianantonio e Cecilia. La produzione di latte – circa 27.000 quintali – viene conferita alla Latteria Casaticese per la produzione di Grana Padano.

“Da due anni facciamo la mappatura genomica delle bovine e abbiamo puntato, accanto agli indici legati alla produzione di latte, alla morfologia, alla longevità e alla fertilità dei capi anche al parametro relativo alla resistenza allo stress da caldo, grazie alla collaborazione con Anafibj, che è all’avanguardia a livello mondiale nell’offrire indici genetici efficienti”, spiega Nicola Bini.

Tecnicamente, l’azienda sta selezionando animali con un indice HT superiore a 105 (la media è 100), che consente appunto di avere animali che tollerano meglio le temperature elevate, essendo appunto stato dimostrato a livello scientifico da Anafibj che il carattere di tolleranza al caldo è ereditabile nei capi. “Questo offre diversi vantaggi – prosegue Bini -: una costanza nella produzione di latte, un minore dispendio energetico da parte dell’animale, una maggiore longevità e fertilità, aspetti che portano a un incremento dell’animal welfare”.

Parallelamente all’avanguardia genomica, Cascina Bini ha introdotto anche altre soluzioni per far stare le bovine come in un albergo a cinque stelle, dai ventilatori alle doccette, fino al monitoraggio del riposo dei capi attraverso software. “Dormono anche 15 ore e mezzo al giorno, potendo contare su spazi più ampi rispetto a quelli stabiliti dalle stringenti normative europee e sono divisi nelle diverse aree della stalla in base al carattere dell’animale, così da assicurare armonia”, dice Bini.

Allevatore dell’anno 2024. Siamo di fronte a una stalla hi-tech con un impianto fotovoltaico per garantire autosufficienza energetica, quattro robot di mungitura, sistemi automatizzati per la pulizia delle corsie e per l’avvicinamento del mangime che intervengono senza sovrapporsi, ma per avere una razione alimentare sempre fresca e i massimi standard di igiene e benessere animale.

Un mix di accorgimenti che ha portato l’azienda a ridurre l’utilizzo dei farmaci e che ha portato Cascina Bini a vincere nel 2024 il premio “Allevatore dell’anno in pianura”, assegnato dall’Informatore Zootecnico, una delle riviste di settore più prestigiose a livello europeo, alla Fazi di Montichiari lo scorso febbraio.

“Siamo di fronte a un’azienda giovane, che ha puntato ad una crescita razionale, all’avanguardia per tecnologia e visione e che è uno dei fiori all’occhiello della zootecnia mantovana”, commenta Fabio Mantovani, presidente di Coldiretti Mantova, organizzazione alla quale l’azienda da sempre aderisce.

Un’azienda circolare. La circolarità dell’azienda e lo sviluppo sostenibile, aspetti sui quali Nicola Bini (che è anche vicesindaco di Acquanegra sul Chiese) ha sostenuto la tesi di laurea in Economia agraria alla Cattolica di Piacenza e Cremona, sono il mantra familiare, al punto che sono applicate soluzioni efficienti in azienda per la raccolta di carta, materiale plastico e ferroso e, per la fase di smaltimento, viene chiesta la certificazione relativa alla destinazione ai partner che si occupano della valorizzazione di queste “materie prime seconde”.

Obiettivi futuri. Per il futuro, anticipa Nicola Bini, “vogliamo diventare ancora più efficienti nella gestione dell'allevamento e valorizzare gli aspetti agronomici e l’uso dei sistemi satellitari e digitali nei campi, così da sfruttare al massimo le opportunità offerte dall’agricoltura di precisione. Sempre in chiave di sostenibilità – prosegue - puntiamo a costruire altre vasche per la gestione dei reflui e installeremo pannelli solari per la produzione dell’acqua calda in aggiunta al sistema di recupero del calore del latte per l’acqua di abbeverata e per il lavaggio dei robot. A fianco di questo un ulteriore ambizione sarebbe quella di costruire un pascolo per le vacche asciutte e realizzare eventi in azienda per far conoscere il nostro mondo".

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