3 Febbraio 2016
Interporto: “Collocare l’opera in aree già urbanizzate”

Vanno valutate attentamente tutte le possibili soluzioni, al fine di evitare ulteriore spreco di terreno agricolo in un’area già fortemente compromessa”. Lo chiede a gran voce la Coldiretti bergamasca in riferimento all’ipotesi di costruire l’interporto in un’area agricola di Caravaggio.
Non abbiamo ancora metabolizzato l’impatto negativo causato al nostro territorio e alla nostra agricoltura dalla Brebemi e dalla Tav, che ci troviamo ad affrontare un’altra emergenza  legata al consumo di suolo”. E’ forte la preoccupazione di Coldiretti Bergamo riguardo al progetto di costruire un interporto nel cuore della pianura più fertile della provincia bergamasca, un’opera che da sola comporterebbe il sacrificio di un milione di metri quadri, dopo gli oltre 5 milioni di metri quadri sottratti dalle ultime infrastrutture di trasporto. 
 “Ci stiamo trovando di fronte a una vera e propria bulimia della cementificazioneafferma Coldiretti Bergamo -, un fenomeno che sta causando la perdita irreversibile di ettari ed ettari di fertile terreno. Tra Cortenuova e Caravaggio non c’è una distanza abissale, perché distruggere altri campi  quando si potrebbe sfruttare un’area già urbanizzata? Gli stessi posti di lavoro e le stesse opportunità ci sarebbero anche se venisse sfruttata l’area delle ex acciaierie che tra l’altro al momento è inutilizzata”. 
  della superficie agricola, con le opere costruite negli ultimi anni la situazione è ulteriormente peggiorata.
Riguardo la possibile realizzazione dell’autostrada per collegare Bergamo con Treviglio
sottolinea  Coldiretti Bergamopensiamoci bene. Anche altre opere in passato sono state  presentate come indispensabili  ma i fatti hanno poi dimostrato che così non era. Quando ci si è resi conto di questo il danno al territorio e all’agricoltura era però ormai già irrimediabile. Per evitare ancora abbagli di questo genere è necessario che prima di realizzare altre infrastrutture altamente impattanti si dia via vita a un confronto serio,  che tenga conto delle reali necessità dei territori, dei benefici ma anche dei costi che ricadrebbero sull’intera collettività”. 
Alcune stime della Fao hanno evidenziato c, con questo tasso di distruzione del suolo, ci rimangono solo 60 anni residui per disporre di sufficiente suolo fertile di buona qualità.
conclude Coldiretti Bergamo - ; nel pieno rispetto delle esigenze di tutti riteniamo però di dover richiamare l’attenzione sul fatto che con i

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