28 Giugno 2016
Il maltempo colpisce duramente l’orticoltura della città di Bergamo

Verdure irrimediabilmente sommerse dal fango, serre divelte, terreno completamente dilavato. Coldiretti Bergamo segnala che dopo il nubifragio dell’altra sera è questo ciò che resta di alcune delle aree agricole più suggestive  della città di Bergamo: gli orti di Loreto e di Borgo Canale.
La pioggia torrenziale caduta con una violenza eccezionale in molte aree ha trascinato via il substrato di terreno utilizzato per coltivare e in alcuni casi ha scavato delle fenditure profonde anche più di un metro. Una valanga di fango ha coperto le colture in campo. Dei cavolfiori che hanno un’altezza media di circa 50 cm ormai non si vede che la sommità, tutto il resto è immerso nel pantano.
La violenza del vento ha poi divelto le serre e strappato le coperture dei tunnel causando ingenti danni.
Già svolgere l’attività agricola in città non è molto facile perché i vincoli sono numerosi  – afferma Coldiretti Bergamo –  quando poi accadono questi eventi tutto si complica  ulteriormente. Da sempre l’attività orticola rappresenta uno degli aspetti più tradizionali di Bergamo, la Scarola dei Colli ne è un tipico esempio, quindi bisogna fare il possibile affinché possa continuare ad avere un futuro”. 
Seri danni si sono riscontrati anche in un’azienda agricola di Curno, dove le abbondanti precipitazioni hanno inondato 8 serre coltivate  con piante aromatiche.
Purtropporileva Coldiretti Bergamo- negli ultimi tempi la conta dei danni causati dal maltempo all’agricoltura bergamasca sta diventando un drammatico rituale. Se la

Di fronte a eventi così straordinari e imprevedibiliconclude Coldiretti Bergamo - la manutenzione corretta delle opere idrauliche può senza dubbio aiutare ma non mettere completamente al riparo dalle conseguenze. Anche gli strumenti assicurativi, così come sono concepiti ora, possono fare poco. L'agricoltura non può, come noi, adeguarsi ai mutamenti climatici con un cambio d'abito, ma ha bisogno di tempi e soprattutto di aiuti adeguati”.

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