“Con grande senso di responsabilità, le imprese agrituristiche sono impegnate nell’osservanza delle ordinanze regionali e comunali – commenta Massimo Grignani, presidente regionale di Terranostra – garantendo l’apertura delle strutture, laddove consentito. I comportamenti di precauzione sono necessari, soprattutto al fine di garantire la continuità dei servizi: la nostra forza è avere strutture in campagna, con spazi tali da evitare assembramenti. Chi offre servizio di pernottamento, ad esempio, spesso ha camere in alloggi indipendenti o con ingressi che non costringono ad attraversare spazi comuni”.
Il vantaggio della posizione. Gli agriturismi sono situati in campagna, anche in zone isolate, in strutture familiari e lontano dagli affollamenti, con spazi adeguati per i posti letto e a tavola: per questo sono forse il luogo più sicuro in Italia per difendersi dal contagio, fuori dalle mura domestiche, scoprendo al tempo stesso le bellezze e le tradizioni enogastronomiche del territorio, sottolinea Coldiretti Lombardia.
Nelle oltre 1.600 aziende agrituristiche attive in Lombardia, l’allarme generato dalla diffusione del Coronavirus sta colpendo le prenotazioni di italiani e stranieri, con le disdette che arrivano anche da parte di chi aveva già deciso di recarsi in una delle strutture.
I timori legati al coronavirus stanno coinvolgendo un settore che a livello regionale conta oltre mezzo milione di presenze all’anno, con una rete di più di 14mila posti letto e 40mila coperti per il ristoro, e una capacità di rispondere alla nuova domanda green degli ospiti, dal trekking ai percorsi culturali a quelli benessere, dagli spostamenti in bicicletta all’accoglienza dei camperisti fino ai matrimoni, con la capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo, che è fra le qualità più apprezzate, con piatti della tradizione preparati dai cuochi contadini.
Anche in provincia di Mantova diversi agriturismi hanno dovuto fare i conti con le defezioni. “Ho raccolto diverse prenotazioni alla Fiera del Turismo di Monaco di Baviera – racconta Niccolò Melotti di Ponti sul Mincio, il cui agriturismo lavora all’80% con ospiti stranieri -. Ma non appena si è diffuso il panico da Coronavirus ho ricevuto le disdette per quasi tutte le camere. Stiamo mandando messaggi e scrivendo post sui social per tranquillizzare tutti, anche perché finora nel Mantovano non ci sono stati contagi”.
Sta tenendo, invece, l’ospitalità rurale legata ai viaggi business. “Qui a Torricella lavoriamo molto con chi viaggia per lavoro e non abbiamo avuto contraccolpi sulle prenotazioni”. A dirlo è Diego Amista, titolare dell’agriturismo Corte Fabbrica di Torricella, che lancia un messaggio positivo contro l’allarmismo eccessivo da Coronavirus.
“Per fortuna c’è chi ha capito che l’agriturismo è un luogo sicuro e non si è fatto travolgere dal panico; tutte le strutture che offrono pernottamenti e prima colazione a chi si sposta per lavoro non hanno subito disdette, salvo rari casi”, commenta Giuseppe Groppelli, presidente di Terranostra Mantova, l’associazione degli agriturismi legata a Coldiretti.
Diversa, purtroppo, la situazione legata ai weekend turistici e alla ristorazione.
“Come Terranostra Lombardia – afferma Massimo Grignani – ci stiamo confrontando con l’assessorato regionale all’Agricoltura per affrontare questa situazione che rischia di provocare gravi ripercussioni sulle nostre attività. Abbiamo invitato tutte le imprese agrituristiche a informare correttamente i propri ospiti secondo le disposizioni di igiene divulgate dal ministero della Salute”.